venerdì 6 maggio 2011

Un fiore, per caso...

Una delle fortune dell'abitare in campagna è la possibilità di poter accedere a inaspettate forme di appagamento sensoriale. Infatti, nonostante l'aria sia ancora fresca  ciò non impedisce ai profumi delle robinie selvatiche di diffondersi ovunque, soprattutto la sera.  Ieri mattina passeggiando il profumo era particolarmente intenso e così, cammin facendo, ho cominciato a raccogliere i piccoli grappolini di fiori profumati.
Il risultato è stata una cena inaspettata e piacevole!
Avendo raccolto i fiori in mezzo ad un bosco lontano da fonti dirette di inquinamento non li ho lavati, in quanto è un’operazione che ne compromette il delicato sapore perchè elimina il polline. Ho controllato bene bene bene che non ci fossero inquilini e poi li ho immersi in una pastella a metà tra il leggerissimo tempura e la consistente pastella piemontese:
-unire 2 uova con 60 g di farina 00 e mescolare fino ad ottenere una pastella liscia ed omogenea.
-unire 50 g di latte freddo.
-lasciar riposare in frigo fino al momento dell’utilizzo e all’ultimo unire 5 cubetti di ghiaccio.
-friggere in abbondante olio di riso bollente.
-cospargere con il sale o con zucchero a velo vanigliato: in entrambi i casi viene considerato un antipasto!
ieri sera ero in vena di follie quindi, per degustarli al meglio ho deciso di stappare una bottiglia di un certo spessore:
Gewurztraminer alsaziano grand cru du domaine Sylvie Spielmann del 2000.
Ai più sembrerà una follia l’aver bevuto un bianco di 11 anni ma, sebbene ammetta che non poteva più aspettare, era ancora favoloso:
il colore è limpido, giallo oro brillante. Già mentre lo guardavo il profumo mi è arrivato al naso carico: il tocco amilico che c’era appena stappato è scivolato via dopo un’ossigenazione rivelando un bouquet fiorito imperato da gelsomino e fiori bianchi, seguito da composta di mele e frutti gialli: pesca e mango in testa per chiudersi molto lentamente con un tocco salino.
Al palato si è rivelato perfettamente coerente al naso rivelando un’acidità inaspettata per l’età ed una persistenza infinita.
Mi si potrà obiettare che un vino del genere si perda con un piatto poverissimo come quello mostrato, eppure la delicata fragranza dei fiori rendeva più vellutato il vino che allo stesso tempo equilibrava l’untuosità del piatto. probabilmente più che un abbinamento cibo-vino in questo caso si può parlare di un abbinamento vino-cibo: ma perchè pensare sempre di assoggettare il liquido al solido quando si ha in cantina una bottiglia di questa caratura? 

A tavola è comunque il piacere a dover comandare e, certamente, ieri sera lo ha fatto, grazie anche alla buona compagnia...

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